
LA STORIA
Il Consorzio di Bonifica della Baraggia Biellese e Vercellese è una realtà storica che nello scorso secolo ha avuto un ruolo determinante nella trasformazione e nella valorizzazione del territorio di Baraggia.
Il nome “Baraggia” ha origini antiche, forse celtiche, e sta ad indicare un terreno dove non possono crescere che rovi, vegetazione da sottobosco ricca di spine, erica, brugo e querce.
Sul territorio, caratterizzato dalla presenza di altipiani, manca quasi del tutto la circolazione idrica superficiale e i terreni argillosi, fini e costipati, non sono aridi e per nulla fertili.
Proprio a causa di queste particolari caratteristiche, che rendevano difficile la conversione del territorio a terreni agricoli, il 16 luglio 1922 il Decreto del Ministero per l’Economia Nazionale definì il comprensorio di Baraggia “territorio di bonifica”, da assoggettare quindi a trasformazione economica e sociale di pubblico interesse, ma solo nel 1931 il Decreto del Ministero per l’Agricoltura e per le Foreste (D.M. n. 1458 del 2 maggio 1931) a firma di Arrigo Serpieri delimitò il comprensorio di bonifica della Baraggia Vercellese in un’area geografica di circa 44.000 ettari, tra la parte settentrionale del territorio della Provincia di Vercelli e la meridionale della Provincia di Biella. Successivamente, per realizzare gli interventi necessari alla trasformazione di questo comprensorio, il 9 dicembre 1950, con decreto n. 3862 a firma del Presidente della Repubblica Luigi Einaudi, venne costituito il Consorzio di Bonifica della Baraggia Biellese e Vercellese, ente pubblico economico incaricato di operare su quest’area depressa mediante opere di bonifica e di miglioramento fondiario.
In seguito alla costituzione del Consorzio, sono state intraprese tutte quelle opere necessarie a colmare le profonde lacune del territorio, come la realizzazione della viabilità minore, degli elettrodotti, degli spianamenti dei terreni, degli acquedotti, delle infrastrutture irrigue, valorizzando sia i terreni già coltivati della parte centro orientale del comprensorio, sia quelli di nuova irrigazione. Grazie all’azione del Consorzio, la Baraggia ha superato la povertà originaria, uscendo dall’isolamento e dal fango. La meccanizzazione del lavoro agricolo ha inoltre contrastato l’esodo della popolazione rurale, costituita principalmente da quei “pionieri” che a inizio Novecento arrivarono in particolar modo dal Veneto e dalla Calabria, conosciuti per la forza e la tenacia che ancora oggi contraddistingue la “Gente di Baraggia”.

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