La Baraggia Biellese e Vercellese tiene duro e lavora per la sicurezza idrogeologica del territorio e delle persone. Dal 1950.
“Eventi calamitosi: generalmente, si intendono gli eventi naturali che comportano precisi danni a persone o cose come, ad esempio, alluvioni, grandinate, terremoti, tifoni, frane ecc.”
Il Consorzio di Bonifica della Baraggia Biellese e Vercellese viene costituito nel 1950 con l’intento di riqualificare un’area depressa a livello socio-economico, ma anche per salvaguardare la sicurezza delle persone, delle infrastrutture pubbliche, degli insediamenti rurali e delle coltivazioni.
Attorno ai torrenti si è creata la civiltà e la vita, ma dai torrenti gli uomini spesso sono costretti a difendersi, specialmente quando le condizioni metereologiche gridano all’allerta e assumono aspetti alluvionali.
1960 - La traversa sul Sesia a Romagnano: opera di primaria importanza per l'area irrigua Cervo - Sesia che sarà ripetuta anche nei successivi anni per la sostituzione della pietraia della Roggia Marchionale alla Ca' d'Assi.
Uno dei peggiori eventi alluvionali di cui si abbia memoria nella storia recente è l’alluvione del 1968 che toccò proprio al Piemonte, in particolare alla provincia di Vercelli (che allora includeva anche Biella). Disastri e morti si verificarono durante l’infernale nubifragio che sconvolse città e campagna. Dopo quella terribile esperienza furono realizzati numerosi interventi operativi, con un massiccio dispiegamento di forze da parte del Consorzio di Bonifica fino alla fine del 1980. Sesia, Cervo, Elvo, i torrenti Rovasenda e Marchiazza e altri corsi minori vennero rinforzati con difese spondali composte di pietrame e arginature che potessero contenere le piene durante i periodi di piogge abbondanti.
La traversa, ubicata nel tratto di transizione del regime idraulico del Sesia, tra il sistema vallivo e di pianura, è fondamentale per la stabilità del fiume nei territori di Gattinara e Romagnano, come più volte riconosciuto dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici.
Il complesso sistema di opere di protezione e di regimazione in quegli anni fu costituito da difese spondali, disalvei, arginature, soglie di fondo per il rallentamento della velocità della corrente e per la diminuzione dei fenomeni erosivi, allo scopo di stabilizzare i corsi d’acqua e consentire la regolare attivazione delle derivazioni irrigue. Tuttavia la mancanza di finanziamenti destinati all’ordinaria manutenzione delle opere e alla pulizia idraulica non permise alle infrastrutture di funzionare a pieno regime. Nel 1994 una nuova alluvione investì il Piemonte: il 5 e 6 novembre il Consorzio intervenne sui torrenti Cervo, Elvo e minori, in particolare nel torrente Ingagna, dove la diga appena terminata a valle di Mongrando subì il riempimento quasi totale, raggiungendo la sommità del lago. Per 24 ore vennero raccolti oltre 6 milioni di metri cubi d’acqua.
Planimetria con l'individuazione di alcune sistemazioni idrauliche dei torrenti del comprensorio tra le centinaia realizzate.
Opere di sistemazione e difesa del torrente Ingagna nell'abitato di Mongrando.
Anche l’alluvione nell’autunno del 2000 fu notevole, ma finalmente vennero stanziati i finanziamenti dello Stato, grazie alla legge 23 dicembre 2000 (Finanziaria 2001).
Si poté così procedere con nuovi interventi su opere infrastrutturali fondamentali per la sicurezza del territorio, come gli invasi dell’Ostola, della Ravasanella e dell’Ingagna, con il prolungamento Canale della Baraggia e la ristrutturazione della Roggia Marchionale, solo per citare i più importanti.
Per il comprensorio di Baraggia la lotta secolare è stata sempre quella della ricerca dell’acqua per l’irrigazione dei campi e, nello stesso tempo, difendersi dall’acqua per salvare le coltivazioni e soprattutto i suoi abitanti. Tra le infrastrutture più importanti figurano sicuramente i tre invasi: Ostola a Masserano, Ravasanella a Roasio e l’invaso dell’Ingagna a Mongrando. Il ruolo fondamentale che rivestono nella gestione irrigua del territorio, raccogliendo e conservando l’acqua piovana durante la stagione fredda per poterla distribuire ai campi a valle in primavera, si completa con la preziosa attività di laminazione delle piene.
La valle della Ravasanella prima della diga.
In un periodo in cui la crisi climatica accentua gli effetti degli eventi metereologici, come le abbondanti piogge localizzate, il presidente di ANBI Francesco Vincenzi conferma “la necessità di investire per la realizzazione di nuovi invasi, al fine di stoccare più dell’11% di acqua piovana, che attualmente riusciamo a trattenere; disporremmo così di maggiori riserve idriche da utilizzare nei momenti di bisogno con evidenti vantaggi per l’agricoltura e l’ambiente, ma anche per la sicurezza idrogeologica.”
La prevenzione degli eventi alluvionali è la prima attività di difesa per la sicurezza pubblica, una forma di tutela doverosa destinata a tutti gli abitanti che vivono in questo territorio, la gente di Baraggia Biellese e Vercellese.
La valle della Ravasella oggi.