Nel corso dei secoli le famiglie nobiliari avevano intuito le potenzialità della Baraggia e della coltivazione del riso. Il problema era portare l’acqua ai campi. Ecco come si ingegnarono nel ‘900 i pionieri della bonifica.
L’introduzione dell’agricoltura in Baraggia rappresenta un unicum in Italia. Nel XX secolo la Baraggia, per le condizioni di povertà e l’estrema difficoltà di coltivazione delle sue terre, era considerata una delle 8 aree più depresse d’Italia e la più depressa in Piemonte. Nel 1929 il suo comprensorio venne delimitato e due anni più tardi fu classificata tra i territori soggetti a trasformazione fondiaria.
Un passo cruciale nella storia dell’evoluzione della Baraggia, che però a nulla sarebbe servito senza la voglia di riscatto, l’ingegno e la capacità di adattamento dei suoi abitanti. In quegli anni i pionieri di Baraggia accettarono la sfida di redimere la propria terra. L’agricoltura e in particolare la risicoltura ebbero un ruolo fondamentale.
Già nel ‘700 le famiglie nobili della Baraggia avevano capito che quei terreni duri e incolti, ricoperti di brughiera, si potevano coltivare solo se rimanevano umidi. Il riso era una coltura perfetta a questo scopo. Risale al 1609 il documento che attesta la richiesta da parte di Giulio Cesare Avogadro dei Signori di Vigliano e Valdengo al Duca di Savoia per la coltivazione del riso nel comune di Balocco, nel cuore della Baraggia. C’era però un grosso problema legato alla risicoltura: oltre al clima rigido e alle escursioni termiche, si era impossibilitati ad apportare l’acqua per l’irrigazione, a causa della naturale presenza di altipiani e terrazzamenti.
Fu nel corso del ‘900 che iniziarono i primi veri lavori di bonifica, grazie all’eroico lavoro manuale dei suoi abitanti, definiti per questo pionieri di Baraggia.
Un tipico esempio delle camere di risaia in Baraggia, prima degli spianamenti.
Dalla metà del secolo, in seguito alla costituzione del Consorzio di Bonifica della Baraggia Biellese e Vercellese, iniziarono le prime e vere opere infrastrutturali destinate allo sviluppo agricolo e socio-economico del territorio. Vediamo l’excursus.
Sistemazione e spianamento dei terreni.
Una delle caratteristiche più tipiche della Baraggia riguardava la particolare situazione dei terreni già coltivati. I fazzoletti di terra che costituivano le camere delle risaie avevano dimensioni minime e incompatibili con una coltivazione razionale ed efficiente. Il settore agricolo in quegli anni al progressivo sviluppo della meccanizzazione, per rendere il lavoro in campagna più facile e più umanamente sostenibile. Grazie allo spianamento dei terreni e all’ampliamento dei campi, negli anni Sessanta anche in Baraggia cominciarono a comparire i primi trattori. Con la sistemazione di circa 11.000 ha di terreno il volto della Baraggia iniziò a cambiare e le condizioni di vita dei suoi abitanti a migliorare.
Primi lavori di coltivazione dei terreni baraggivi.
Mezzi in azione per spianamenti a Masserano.
Ristrutturazione dei fabbricati rurali.
Tra il 1960 e il 1980 il Consorzio fece realizzare le strutture necessarie per le cascine, che spesso coincidevano con le abitazioni. Vennero costruiti silos, essiccatoi, tettoie per il ricovero delle attrezzature, e tutte le pertinenze utili all’azienda agricola. Un totale di 470 interventi per nuovi fabbricati, ristrutturazioni e strutture collegate, con la creazione di importanti complessi rurali.
Primi anni '60. Cascina Speranza di Greggio con Ermes Ambrosi e la moglie, in mezzo Carmelo Iacopino.
Rovasenda: la stalla dei fratelli Martelli in costruzione, complesso aziendale nel cuore della Baraggia.
A Masserano, in pieno comprensorio irriguo dell'Ostola, l'azienda della famiglia Saggiorato.
Elettrificazione. Arriva la corrente!
Non ultima, l’elettrificazione dei fabbricati rurali interessò ben 360 cascine, con 81 km di linee elettriche a media e bassa tensione su tutto il territorio, fondamentale per lo sviluppo socio-economico della Baraggia. Nelle foto qui in basso si vedono alcuni esempi dei lavori condotti dagli anni Sessanta.
Si completa l'elettrificazione rurale della Baraggia.
Alla Frazione Vigellio di Salussola, uno dei tanti esempi di bonifica integrale: la strada, l'elettrodotto, l'acqua potabile.
L'elettrificazione della Cascina Ernia a Roasio (VC)
I successivi investimenti del Consorzio furono volti all’approvvigionamento idrico, potabile e a uso irriguo. Ne parleremo nei prossimi post sulla storia della Baraggia.